Testimonianze
Vengono presentati tre tipi di testimonianze: le storie dei rifugiati, i percorsi di integrazione visti dal punto di vista dei professionisti e le iniziative raccontate dalle persone che le attuano. Essi mostrano che un'integrazione professionale di successo richiede il coinvolgimento congiunto di diversi attori. Possono essere raggiunti direttamente o tramite parole chiave.
Adattamento ai bisogni del migrante
Blanca, 40 anni, colombiana, inserita in Spagna da oltre 10 anni; divorziata con tre figli a carico. Esperienza come cameriera in Colombia con un diploma non riconosciuto, non inseriti nel CV. Il professionista dalla narrazione di Blanca, ha capito le priorità e le nuove aspettative professionali di Blanca (sin dall'inizio ha mostrato che non era interessata alla ricerca di lavori da cameriera). Allo stesso tempo ha identificato la sua mancanza di competenze in strumenti digitali e l’ha motivata a sperimentarsi in questo ambito inserendola in percorsi formativi e sostenendola nell’auto-apprendimento con successo. Il caso è emblematico a testimonianza del fatto che è importante tenere conto dell'esperienza migratoria e pre-migrazione, ma anche rispettare i bisogni della persona nel momento della presa in carico.
Motivazione e auto-efficacia generano un circolo virtuoso nell’apprendimento della lingua
Marine, 40 anni, è arrivata in Italia dalla Costa d’Avorio nel 2014. Durante la guerra civile aveva lasciato il paese per andare in Libia, dove le condizioni di vita erano dure e pericolose; così decise di fuggire e arrivò in Italia via mare. Era analfabeta e aveva una scarsa conoscenza del francese parlato. La sua alfabetizzazione è coincisa con l’apprendimento dell’italiano. E’ stata seguita da una cooperativa che lavora coi rifugiati ed è stata inserita in un programma di alfabetizzazione dove ha imparato a scrivere e leggere in italiano. E’ stato davvero difficile per lei: si vergognava rispetto ai suoi compagni, tutti rifugiati adulti ma con un'istruzione superiore, ma era molto motivata ad imparare l'italiano: il suo impegno era a tempo pieno perché dopo la scuola continuava a studiare italiano. La TV con l’uso dei sottotitoli in italiano è stata una grande fonte di autoapprendimento. Marine si dava piccoli e semplici obiettivi giornalieri e settimanali di auto- apprendimento e viveva ogni obiettivo raggiunto come un successo che la spingeva a fissarne di nuovi e più alti. Ora legge e parla correttamente e ha solo qualche problema di scrittura. Si sente molto grata e dice che "l'hanno fatta diventare una persona". Lavora come cuoca in un centro di accoglienza per minori non accompagnati ed è in grado di mantenersi. E' molto orgogliosa di se stessa anche se le ferite della sua precedente vita in Africa sono ancora aperte, ma ha nuovi progetti per il futuro: studiare per diventare cuoca certificata e imparare il francese.