Testimonianze
Vengono presentati tre tipi di testimonianze: le storie dei rifugiati, i percorsi di integrazione visti dal punto di vista dei professionisti e le iniziative raccontate dalle persone che le attuano. Essi mostrano che un'integrazione professionale di successo richiede il coinvolgimento congiunto di diversi attori. Possono essere raggiunti direttamente o tramite parole chiave.
L'importanza di seguire regole e procedure aziendali
L'associazione New Danes ha sviluppato una Carta delle Competenze in collaborazione con le aziende danesi a bassa specializzazione. Queste imprese hanno una grande percentuale di dipendenti con background non occidentale e in genere sono quelle in cui molti rifugiati e migranti, soprattutto donne, trovano il loro primo lavoro in Danimarca.
Nel Comune di Odense il Centro per l'Impiego locale, responsabile di aiutare cittadini disoccupati a trovare lavoro, ha stabilito una collaborazione tra IKEA Odense e l'associazione Neighbourhood Mothers. Lo scopo principale è realizzare tirocini in diversi dipartimenti di IKEA Odense per un gruppo di rifugiati e donne immigrate senza precedente esperienza nel mercato del lavoro danese e con basse competenze.
La collaborazione ha consentito di revisionare la Carta delle Competenze per includere le skill trasversali rilevanti per il mercato danese con l'obiettivo di aumentare le possibilità di inserimento lavorativo in IKEA Odense al termine dello stage.
Sono state mantenute le competenze trasversali già esistenti nella Carta:
- Motivazione e impegno
- Lingua e comunicazione (competenze linguistiche e di comunicazione non verbale)
- Competenze personali (relazioni con colleghi e clienti)
- Competenze interpersonali (attenzione e disponibilità)
- Indipendenza (iniziativa e responsabilità)
- Adattabilità
- Puntualità
- Aspetto personale
- Qualità del lavoro
- Comprensione ed esecuzione delle istruzioni
- Ordine e pulizia
E’ stata aggiunta la seguente competenze ritenuta necessaria per entrare nel mercato del lavoro danese:
- Capire e seguire le regole aziendali
Questa skill è stata inserita perché nella prassi la sua mancanza è frequente motivo di malintesi e discussioni durante i tirocini e causa di irritazione e frustrazione di manager e colleghi. Questa nuova competenza si riferisce ai seguenti sotto-argomenti:
- Comprendere e gestire secondo le regole l'assenza per malattia (quando mettersi in malattia, come comunicarlo e a chi)
- Pianificare e gestire appuntamenti privati con medici, assistenti, insegnanti, ecc. al di fuori dell'orario di lavoro
- Rispettare le regole per l'uso dei telefoni cellulari sul luogo di lavoro.
Tutti i sotto-argomenti riguardano la capacità delle donne di conciliare vita familiare e lavorativa secondo le aspettative del datore di lavoro; per molte immigrate questo è uno dei temi principali durante il tirocinio.
Una delle ragioni di questo problema è che la forte identità familiare delle donne, unita alla loro mancanza di esperienza e comprensione della cultura danese del lavoro, fa sì che esse diano priorità agli appuntamenti con i medici, alle telefonate del coniuge e dei figli durante l'orario di lavoro, allo stare a casa con figli che potrebbero non essere malati, ecc. rispetto alla loro formazione sul posto di lavoro. Questo atteggiamento è valutato da parte dei manager e responsabili come una mancanza di impegno o motivazione al lavoro e mancanza di serietà.
Nella prassi per le donne di cultura non-occidentale queste regole sono spesso implicite, non dette e molto difficili da tradurre, comprendere e seguire se non si riceve aiuto nel decodificarle e tradurle (la maggior parte di queste donne non conosce queste regole o non capisce perché siano così importanti).
Le donne che sono riuscite a soddisfare queste aspettative e a rispettare queste regole - con o senza l'aiuto dei loro supervisori o collaboratori - oltre a dimostrare le altre preziose competenze trasversali, sono state quelle che hanno avuto la maggiore progressione e il maggior successo durante i loro tirocini. Queste donne sono state anche quelle a cui è stato offerto un posto di lavoro alla fine del tirocinio.
Una valutazione delle competenze seguita da un processo di integrazione completo che include tirocini in azienda
La signora S, francofona, è arrivata in Francia dal Camerun nel 2011 nell'ambito di un ricongiungimento familiare. Aveva 45 anni e aveva lavorato diversi anni in Africa nel commercio, come commessa. Non era mai andata a scuola ed era analfabeta, ma sapeva far di conto ed era brava in matematica.
Entro tre mesi dal suo arrivo in Francia ha firmato il contratto di accoglienza e integrazione. L'Ufficio Immigrazione le ha prescritto corsi di lingua con l'obiettivo principale di sviluppare le competenze scritte e migliorare l'espressione orale e la comprensione. Anche il suo vocabolario doveva essere arricchito perché nel suo paese utilizzava per lo più un dialetto locale.
La signora S. ha quindi seguito il corso obbligatorio di lingua francese, ma anche un altro corso, sempre finanziato dall'Ufficio Immigrazione. Contemporaneamente si è sottoposta a un bilancio di competenze, prescritto dall'Ufficio Immigrazione nell'ambito del contratto di accoglienza e integrazione. Tale valutazione le ha permesso di conoscere e identificare le competenze acquisite nel corso della sua vita lavorativa anche se informale, e quindi non giustificabili con documenti ufficiali.
Al termine della sua formazione linguistica, la signora S. non pensava di lavorare, poiché il marito era in pensione con risorse sufficienti a mantenere entrambi.
Tuttavia, dopo un po' di tempo, alcune difficoltà famigliari l'hanno portata a prendere in considerazione la ricerca di un lavoro. Aveva identificato l'ufficio Greta (in Francia è un raggruppamento di enti pubblici che si dedica alla formazione degli adulti) come un luogo "risorsa" per il supporto pedagogico ricevuto dal personale durante la partecipazione ai corsi. Così ha contattato nuovamente Greta per essere aiutata nella ricerca del lavoro. Ha dovuto registrarsi al centro per l'impiego e poi, nel settembre 2013, ha partecipato a un corso di formazione per la preparazione al lavoro. Questa formazione, finanziata dalla Regione Auvergne, le ha dato diritto a uno stipendio, che le ha permesso di coprire le spese di base ma anche di superare gli ostacoli legati alla mobilità, dato che viveva in un villaggio a 20 km dal centro di formazione. Grazie a questo corso, la signora S. ha potuto conoscere l'ambiente di lavoro francese e le esigenze dei datori di lavoro locali. Ha anche potuto comprendere meglio il funzionamento amministrativo. L'esperienza di stage in azienda le ha permesso di conoscere lavori che non conosceva, di acquisire comportamenti professionali, sviluppare la sua esperienza in una posizione in cui le sue precedenti competenze erano riutilizzabili; ma soprattutto, S. ha saputo dimostrare di possedere alcune competenze trasversali particolarmente apprezzate dai datori di lavoro: adattabilità, dinamismo e investimento personale sul posto di lavoro. La pratica lavorativa dello stage è stata essenziale nel percorso di integrazione della signora S. per diversi motivi: 1) non aveva alcuna esperienza nel lavoro di servizi domestici (le sue precedenti esperienze non potevano essere trasposte come tali nel contesto lavorativo francese); 2) sarebbe stato difficile per lei contattare da sola le aziende, 3) era difficile per lei parlare di ciò che sapeva fare e quindi difendere la sua candidatura durante i colloqui di lavoro. Questi periodi di pratica hanno permesso alla signora S. di mostrare ciò che era in grado di fare e di dimostrarlo al datore di lavoro. Alla fine, questi periodi di tirocinio hanno permesso di eliminare i preconcetti da entrambe le parti.
Il ruolo del formatore è stato importante come mediatore tra il datore di lavoro e la signora S., prima di tutto per decodificare e chiarire le aspettative di entrambe le parti (presentazione degli obiettivi del tirocinio al datore di lavoro ma anche degli obblighi del tirocinante). Il follow-up durante il tirocinio ha permesso di chiarire le questioni di entrambe le parti. Una volta stabilito un rapporto di fiducia, il formatore ha condotto la negoziazione di un contratto di lavoro semestrale sovvenzionato dallo Stato.
La flessibilità del sistema di formazione ha permesso di costruire un programma di integrazione su misura in cui sono stati individuati i problemi da superare. Il follow-up post-formazione condotto da un formatore ha permesso di rafforzare i legami tra la signora S. e il suo datore di lavoro e, al termine di questo primo contratto, ha potuto firmarne uno a tempo indeterminato.
Il successo dell'integrazione professionale è dovuto principalmente al concetto di percorso di integrazione. La padronanza della lingua francese è stato il primo ostacolo da superare, in particolare nella comunicazione orale. Il supporto del formatore ha permesso di compensare la mancanza di competenze scritte. La formazione pre-occupazione ha portato alla comprensione della legislazione del lavoro e dei codici di condotta esistenti nell'ambiente di lavoro, alla conoscenza delle possibilità di impiego nell'area del tirocinio e alla conoscenza di professioni e competenze. Ha anche permesso di effettuare periodi di pratica in azienda con un supporto che ha creato fiducia dissipando i possibili timori di entrambe le parti. Questi periodi di pratica sono stati decisivi per la signora S. che ha potuto dimostrare le sue capacità.