Testimonianze
Vengono presentati tre tipi di testimonianze: le storie dei rifugiati, i percorsi di integrazione visti dal punto di vista dei professionisti e le iniziative raccontate dalle persone che le attuano. Essi mostrano che un'integrazione professionale di successo richiede il coinvolgimento congiunto di diversi attori. Possono essere raggiunti direttamente o tramite parole chiave.
Assumere dipendenti con limitate competenze linguistiche
In Danimarca è estremamente difficile trovare lavoro per i rifugiati con competenze linguistiche molto limitate. La maggior parte dei datori di lavoro richiede almeno una certa conoscenza del danese o dell'inglese e, nella maggior parte dei casi, le competenze trasversali non sono sufficienti per essere inseriti. Tuttavia, in alcuni settori, la domanda di manodopera non qualificata è così alta e i requisiti richiesti dalle mansioni così semplici, che un'azienda può assumere un rifugiato con competenze linguistiche molto scarse.
La grande impresa danese De Forenede Dampvaskerier (DFD) è un esempio: ha assunto rifugiati nonostante le loro scarse competenze linguistiche. L'azienda è una società di servizi leader nel settore della lavanderia e dei tessuti. Con 12 sedi in tutta la Danimarca, DFD è un'azienda a livello nazionale con circa 1.200 dipendenti che servono clienti in tutti i settori. È stata una sfida per l'azienda reclutare abbastanza personale qualificato e motivato, e questo ha fatto capire all'azienda che deve guardare ad altri gruppi di persone per avere uno staff al completo - anche se questi gruppi di persone hanno una scarsa padronanza della lingua danese. L'inserimento di nuovi immigrati a basse competenze linguistiche è stato valutato un successo dall’azienda, molto probabilmente perché i compiti sono estremamente semplici e non richiedono elevata padronanza della lingua. Inoltre, molte donne rifugiate sono molto esperte nel fare il bucato, stirare, ecc. e i compiti lavorativi che devono svolgere non sono quindi a loro estranei. Tuttavia, per il DFD, il parametro più importante quando si assume nuovo personale è la motivazione, non le competenze.
Impatto positivo dei migranti sulla produttività del lavoro
È una grande azienda italiana con oltre 1.000 dipendenti, appartenente al gruppo tedesco Freudenberg. Circa il 4% della loro forza lavoro è costituita da immigrati extracomunitari, provenienti da 20 Paesi (due di loro sono rifugiati e uno è un richiedente asilo). I loro manager sono specificamente formati sulla gestione della diversità perché la diversità è considerata un valore per la crescita e la competitività aziendale.
L'assunzione dipende dalle esigenze aziendali in termini di competenze e forte motivazione, essendo quindi focalizzata sulle competenze tecniche e trasversali dei candidati.
L’esperienza aziendale nell’inserimentro di rifugiati riguarda sia casi di persone ad alta scolarizzazione e con buona padronanza linguistica, sia di persone a bassa scolarizzazione e difficoltà di comunicazione in italiano. Specialmente in questi ultimi casi a garantire il successo concorrono fattori quali la scelta del team di lavoro in cui inserire i rifugiati e l’abbinamento tra addestratore-buddy e apprendista.
La diversificazione etnica delle risorse umane nello stabilimento di Pinerolo ha avuto un impatto positivo:
- Migliore clima lavorativo: vivere a stretto contatto con persone provenienti da paesi lontani, con background culturali diversi, favorisce una maggiore comprensione e accettazione, facilitando così il processo di inclusione dei migranti nel territorio.
- Aumento della produttività: i lavoratori stranieri hanno tassi di assenteismo inferiori a quelli dei lavoratori autoctoni (il tasso totale aziendale è di circa il 4%).
L'azienda è tra i vincitori del progetto Welcome UNHCR per gli anni 2018 e 2019 (www.unhcr.it/progetto-welcome).
Una buona preparazione dell’inserimento può generare maggior valore per l'azienda che assume rifugiati
SETA è una media azienda a capitale misto pubblico-privato, che opera nei servizi ecologici. Nel 2019 ha partecipato ad un progetto di integrazione inserendo 2 giovani rifugiati africani in tirocinio di tre mesi, a cui ha fatto seguito un contratto a tempo determinato.
La decisione di inserire in tirocinio due rifugiati è stata valutata molto attentamente dal CdA che con l’ufficio del personale ha preparato con cura un programma di pre-inserimento in due fasi:
1a fase: analisi preventiva dei rischi sul possibile impatto dei due rifugiati nell’organizzazione, concentrandosi sugli aspetti di comunicazione e di relazione.
2a fase: preparazione dello staff con una breve sessione formativa di due ore, a cura di un esperto esterno. L’informazione ha riguardato i dati sui flussi di ingresso in Italia degli immigrati non-UE, le tipologie di migranti (rifugiati, richiedenti asilo/protezione), i problemi affrontati nel percorso migratorio e il sistema di accoglienza italiano. E’ stata erogata formazione ad hoc a rappresentanze sindacali, dirigenti, responsabili dei due nuovi tirocinanti e a figure chiave aziendali per un'integrazione di successo.
Il percorso di preparazione si è rivelato strategico, evitando possibili atteggiamenti conflittuali sul posto di lavoro. Il ruolo dei tutor assegnati ai due giovani tirocinanti è stato decisivo per il successo della loro integrazione.
L’azienda ha registrato i seguenti impatti positivi:
- miglioramento generale prestazioni lavorative: la dedizione e motivazione al lavoro dei due rifugiati sono positivamente “contagiose” per l’intero staff (si è registrata una riduzione delle ore totali di assenteismo)
- miglioramento clima aziendale: i colleghi sono felici di lavorare nella stessa squadra e nello stesso turno dei giovani africani, che sono pieni di forza ed energia fisica e lavorano sodo
- rafforzamento competenze interculturali aziendali: i rifugiati hanno aiutato i colleghi a superare stereotipi e pregiudizi, nonché a comprendere la loro vita reale (passata e presente), rendendo molti di loro consapevoli che le informazioni apprese dai media possono essere incomplete o parziali.
Gli elementi principali di questa esperienza di successo sono:
- forte impegno del top management aziendale
- inserimento basato sulle competenze dei candidati
- analisi e gestione preventiva dei rischi di inserimento
- informazione e formazione del personale dell'azienda per prepararlo all'ingresso dei due lavoratori
- programma di benvenuto
S.E.T.A. è tra i vincitori del progetto UNHCR Welcome (www.unhcr.it/progetto-welcome) nel 2018, ottenendo il premio di "azienda che lavora per l'integrazione dei rifugiati".